Archive for February, 2014

February 17, 2014

E adesso provate a chiedervi come mai Bolognesu ci ha visto giusto e voi no

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Com’è che uno strambo che è lontano dalla Sardegna da 30 anni, e la segue quasi esclusivamente attraverso la rete, ci vede meglio di chi, vivendo in Sardegna, guarda la realtà attraverso il filtro di un partito?

https://bolognesu.wordpress.com/2014/02/03/caro-professor-pigliaru/

Cari amici del PD, non è stata Kelledda a portarvi via i voti.

Voi i voti ve li siete bevuti con la vostra arroganza, per usare un altro eufemismo.

Adesso vedremo chi si spartisce i consensi della metà–solo la metà–dei Sardi.

Resta il fatto che, nella migliore delle ipotesi, circa l’85% dei Sardi non si riconosce in nessuno dei partiti presenti alle elezioni.

E adesso dite pure che noi che non abbiamo votato siamo imbecilli e ignoranti: ieri sulla pagina Facebook di Andrea Murgia ci avete coperto di insulti.

Continuate pure così e con voi resterà soltanto il WWF.

February 13, 2014

Lunedì me ne voglio ridere

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Lui è rientrato a casa dal lavoro.

Apre la porta e sente sua moglie urlare e mugolare.

Le voci vengono dalla camera da letto.

Corre spaventato e spalanca la porta.

Sua moglie sta concedendo l’intimità posteriore (cit. Amarcord + Chinatown) a Rocco.

Furibondo lui corre in strada e comincia a urlare a tutto il vicinato che sua moglie è una bagassa, pervertita e che con lei è finita: DIVORZIO!

Lei si infila la vestaglia e corre anche lei in strada e comincia a raccontare, con una voce da banditore comunale, che la sua lelledda si misura a millimetri, e racconta delle eiaculazioni precoci dei primi anni e delle erezioni a singhiozzo degli ultimi anni: DIVORZIO!

Vanno avanti per settimane, mesi.

Lui ormai parla di lei soltanto in termini di “culo sfondato”.

Lei si riferisce a lui come “la minca morta”.

Poi arriva la mail: lo zio prete le ha lasciato 15.000.000 (quindici milioni) di Euro in eredità.

Ma con una clausola: che lei viva da buona cattolica.

Niente aborto e niente divorzio.

Lunedì me ne voglio ridere, me ne voglio, di lui e di lei.

February 10, 2014

Il pollo e l’inglese

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Era l’inverno del 1972.

Avevo venti anni ed ero da pochi mesi ad Amsterdam.

Lavoravo, quando ne trovavo, per le agenzie interinali.

Il primo lavoro l’avevo trovato in una fabbrica di cioccolato, appena fuori Amsterdam.

Mi hanno licenziato perché avevo organizzato uno sciopero e mandato affanculo il caporeparto.

E vabbé…

Poi avevo trovato un’altro lavoretto nella fabbrica in cui si confezionavano i prodotti di una catena di supermercati.

Tre giorni e due a casa.

Due giorni e tre a casa.

Avevo giusto i soldi per mangiare qualcosa.

Poi è arrivato Natale e hanno chiuso le fabbriche.

I soldi erano finiti quasi tutti, ma l’agenzia interinale ci ha dato il pacco natalizio.

E il pacco conteneva  prodotti della catena di supermercati per cui lavoravo.

C’era anche il pollo, nel pacco: crudo.

Ma c’era un problema: io abitavo in una soffitta senza cucina.

Nell soffitta c’era soltanto un lavandino in cui lavarti e pisciare.

Vi risparmio il resto.

Per il resto andavo in un bar, nella Damstraat.

Mi prendevo un caffé e poi…

In quei giorni attaccavo bottone con un altro avventore e portavo il discorso sui polli.

E poi concludevo: “Sai, io ho un pollo e so anche cucinare…”

Niente da fare, il pollo da me non lo voleva nessuno.

I giorni passavano e quando tornavo alla mia soffitta mi prendevo il pollo in grembo, gli parlavo, lo accarezzavo, gli sorridevo.

Alla fine l’ho regalato, senza avere il coraggio di chiederne un pezzetto.

Morale: un pollo crudo nella vita non basta!

Così è per l’inglese.

Tutti a dire oggi che bisogna imparare l’inglese: se impari l’inglese ti si aprono le porte del mondo del lavoro.

Scemenze, ovviamente.

Leggetevi quello che ha scritto Andrea Maccis: https://bolognesu.wordpress.com/2014/02/09/e-se-il-futuro-sbocciasse-gia-appassito-parte-2-de-andria-maccis/

Io questo discorso lo voglio ripetere, ma terra terra.

Io, dopo essere tornato a Iglesias, sono stato per anni uno dei pochissimi abitanti del ridente centro minerario che parlava l’inglese.

Ero perito chimico e parlavo l’inglese fluentemente.

Ah, il Olanda avevo anche fatto esperienza come analista microbiologico, in un’industria alimentare.

Il mio inglese, come il pollo, non mi serviva a nulla, visto che non c’erano le condizioni per poterlo usare.

Ovviamente, sono finito a fare il manovale nell’edilizia, prima, e per il comune, poi.

Più che l’inglese, per trovare un lavoro adeguato, occorreva la tessera di uno dei partiti giusti e io non so come, ma sono sempre stato un po’ allergico ai partiti “giusti”.

Non è che l’inglese non mi sia servito proprio a niente: mi sono letto “The Lord of the Ring” e tutto Hemingway in originale e tante altre cose.

E quando qualche turista finiva per sbaglio ai giardini pubblici di Iglesias, potevo stupirlo.

L’inglese mi è servito poi, quando sono tornato il Olanda per studiare linguistica.

Mi è servito come strumento indispensabile per poter studiare linguistica a quel livello.

L’inglese, in sé, non mi è mai servito a niente.

Così come abbandonare il sardo per l’italiano non è servito a niente, se non ad alienare i Sardi.

La lingua non serve a niente, se non hai niente da dire a chi ti ascolta.

February 4, 2014

“Ma la lingua non c’entra…”

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“Per l’abbandono scolastico, è la Sicilia ha il più alto tasso, 26,5%, la Sardegna il 25%, il Lazio l’  11,2%. Ma  l’Italia è lontana dalla media europea del 14,1% ed anche dagli obiettivi di Europa 2020 che vorrebbero contenere il fenomeno entro il 10%.
Quanto ai NEET (Not in Education, Employment or Training), i giovani cioè che non studiano e non lavorano, la  percentuale più alta si riscontra in Campania (32,9%),  la più bassa in Trentino, 9%, dove è forte l’istruzione professionale in funzione della piccola e media impresa locale. La Sardegna si attesta intorno al  27,4%.
Le Qualifiche negli Istituti Professionali di Stato,  in Trentino  pari al 94,54%, in Sardegna pari al 66,81%.
Quanto ai risultati INVALSI, la Sardegna riporta sempre risultati al di sotto della media nazionale.
Quanto all’indagine OCSE-PISA, migliori risultati si conseguono in Lombardia ed i  peggiori in Calabria. La Sardegna  risulta ancora una volta al di sotto della media internazionale.”

http://www.democraziaoggi.it/?p=3266