Archive for July, 2018

July 24, 2018

Lingua e ideologia sardignola

Uno dei pilastri dell’ideologia sardignola è la convinzione che i Sardi parlino benissimo l’italiano.
Sarebbe proprio l’uso dell’italiano a dimostrare che i sardi sono italiani a tutti gli effetti, perfettamente integrati “nel resto della penisola”.
Questa fesseria colossale è già stata smentita, già negli anni ottanta, da due studiosi che possiamo tranquillamente definire come acerrimi nemici della lingua sarda: Cristina Lavinio e Giulio Angioni.
I due, evidentemente più impegnati a gettare palate di merda sul sardo, hanno avuto poca influenza sul modo sardignolo di guardare alla questione linguistica in Sardegna.
Infatti, per i sardignoli e le autorità italiane in Sardegna, non esisterebbe alcuna questione linguistica: “ormai tutti i Sardi parlano italiano”, no?
Infatti, tutti i vari e scarsi provvedimenti per contrastare la drammatica dispersione scolastica e gli sconfortanti risultati ai test INVALSI, evitano di fare riferimento a qualsiasi questione linguistica.
L’assunto implicito parrebbe essere che, visto che i ragazzi sardi non imparano più il sardo a casa, essi imparino l’italiano standard.
Quindi, i problemi che risultano dalla scarsa conoscenza dell’italiano standard da parte dei ragazzi, non sarebbe un problema sociale–malgrado le dimensioni–ma un problema individuale dovuto “alla scarsa istruzione dei genitori”.
Nessuna autorità sardignola o italiana vuole/può ammettere che in Sardegna esista una drammatica questione linguistica: tutto il loro apparato ideologico a sostegno dell’italianità dei Sardi crollerebbe.
Se la scuola italiana di Sardegna ammettesse che l’italiano regionale non è italiano e che l’italiano standard andrebbe insegnato come L2 nell’isola, per i sardignoli si spalancherebbero gli abissi dell’inferno.

Eppure l’evidenza è lì, sotto gli occhi di tutti, meno che della scuola e dell’università italiane di Sardegna.

Il piccolo test che ho proposto ai miei contatti non sardi ha dato i seguenti risultati: Pietro Cociancich e Federico Focosi–che ringrazio–hanno provato a tradurre le frasi in questo cosiddwtto “italiano”, ma, come prevedibile sono rimasti lontani dalle risposte corrette:

1) Già ne voleva di Orietta Berti! = Era molto meglio di O.B.!
2) Camminando, l’hanno visto = L’hanno visto camminare
3) Ancora a andarci sono = ancora non ci sono andato
4) Non voglio a scendernela voi l’immondezza = non voglio che l’immondezza la portiate voi di sotto
5) Già non ne mangia di dolci quello! = Quanti dolci mangia, quello!
6) Piccolino quel monte! = quanto è grande quel monte
7) Senza baffi rimane! = che baffi enormi ha!
8) insalata senza condire a ne vuoi? = vuoi dell’insalata non condita?
9) sono a brutta voglia = ho la nausea
10) fagli caracara = accarezzalo
11) non fa! = non si può fare

Phil Ippo ha tradotto correttamente quasi tutte le frasi, ma ha vissuto in Sardegna.
Dalla mancanza di reazioni non si dovrebbe dedurre nulla, ma se traduco questi calchi dal sardo in olandese, questi risultano incomprensibili, come pure in italiano.
Le strutture grammaticali del sardo permeano quelle dell’italiano cosiddetto di Sardegna.
Le autorità sardignole e italiane devono negare questa realtà per giustificare gli attuali rapporti di forza.
Pensate a cosa succederebbe a Pigliaru–il figlio di …-se ammettesse che in Sardegna pochissimi parlano davvero italiano.
Potrebbe perfino resuscitare!

July 1, 2018

Trenta piccoli esperti

Ci sto ancora pensando a quello che non mi va bene della legge regionale che ufficializza il sardo.
Quello che mi va peggio è questa consulta composta da trenta “esperti” di lingua sarda.
Lampu!
Trenta esperti…
“La Consulta svolge anche una funzione consultiva nei confronti della Regione per l’applicazione delle norme. Ne fanno parte trenta componenti. Tra questi: l’assessore alla Cultura, un dirigente dell’amministrazione, quattro rappresentanti di Anci e Cal, quattro dal mondo dell’università, dodici esperti eletti dal Consiglio regionale e otto dalla Giunta.” (http://www.lanuovasardegna.it/…/sardegna-approvata-la-legge…)

Cosa sarebbe mai un “esperto” di lingua sarda e chi decide che si tratti di un esperto?
Fareste progettare un ponte a un “esperto di ingegneria civile” proclamato tale dalla giunta regionale o dal consiglio e non da un’università?
Gli esperti di lingua sarda sono quei linguisti che lavorano sul sardo.
Linguisti laureati: esperti a un certo livello.
Linguisti con il PhD: esperti a un livello superiore.
Linguisti che comunque con i loro titoli e lavori hanno dimostrato di avere esperienza nel campo della linguistica sarda.
E chi decide chi sia un esperto di lingua sarda?
Ovviamente non i politici, fieramente ignoranti in materia, ma gli esperti stessi: i famigerati “addetti ai lavori”.
Come sempre, le questioni scientifiche non possono essere “democraticamente” affidate ai politici, perché per poter discutere di certe questioni, beh!, bisogna pure capirci qualcosa.
Invece la legge permette alle università (italiane di Sardegna: per dire quanto le stimo) la nomina di soli quattro “esperti”, da mettere sullo stesso piano degli altri, nominati dai politici.
Un branco di autoproclamati esperti, mosso da motivazioni partitiche e totalmente ignorante di linguistica–come abbiamo abbondantemente visto–, dovrebbe guidare la politica linguistica della Sardegna.
Chi ha introdotto questo articolo nella legge sapeva benissimo di condannare la Consulta alla paralisi.
E per non correre proprio nessun rischio: trenta incompetenti trenta!
Questa legge–meglio di niente–non produrrà comunque nulla di buono.
A gestire la legge sulla lingua sarà un branco di incompetenti proclamati esperti da altri incompetenti.
Nel mentre il sardo si estingue e voi discutete di politica italiana.
Ma coddai.si sa saludi!

LANUOVASARDEGNA.IT
La limba sarà materia di insegnamento, presto in tv e alla radio. Riconosciute anche le altre lingue parlate nell’isola: catalano, gallurese, sardo e tabarchino