Archive for February, 2016

February 26, 2016

Presentada in Casteddu de “Tutto e niente”

http://www.condaghes.com/scheda.asp?id=978-88-7356-858-2&ver=it

Allora, è arrivato il momento di presentare il mio primo romanzo:
“Tutto e niente”, ma il titolo sarebbe dovuto essere “La triste storia di Giagu Tuttominca”.
È un romanzo ragionevolmente porno, ma antierotico–eja, ci sono riuscito ancora una volta!–la storia di un uomo che non ci sta–in su sensu chi non nci capit–non ci sta nel ventre di sua moglie, nel suo paese, nel mondo.
Nelle mie intenzioni, una barzelletta tragica.
Lo presenterà un’altro iglesiente, Marco Zurru: noblesse oblige!

Libreria “La Feltrinelli Point”
Via Paoli, 19 Cagliari
Giovedì 3 marzo, 2016
Ore 18.00

February 22, 2016

E la giunta dei sardignoli continua la sua bassa macelleria

pigliaru

Friggono aria e spalmano vaselina: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10208872322626746&set=a.1095909719356.16687.1274989547&type=3&theater

Nel mentre continuano il massacro di ciò che odiano più di ogni altra cosa al mondo: i sardi: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=26538

February 18, 2016

Corvi e avvoltoi, sciacalli e iene

volpe

Si creint mraxanis, ma funt sciacallus.

Ve li ricordate gli strenui difensori della diversità linguistica in Sardegna?

Eja, quella confraternita di linguisti, mezzi linguisti, linguisticchi, lingua in culo e quacquaraquà?

Eja, mi, quelli che erano sempre sulle barricate a difendere il campadano, ma anche il gallurese, il tatarese e il tabarchino, minacciati dalla LSC galoppante?

Dai provate a ricordarvi chi erano.

Tacciono da quando a governarci c’è il nazionalista italiano (cit.: s’amigu miu Vito) Pigliaru: quello che “il sardo non l’ho imparato, perché non me l’hanno insegnato, né in famiglia, né a scuola.”

Traduco: “Non ho mai voluto imparare il sardo e, per fortuna, gli italiani hanno impedito che qualcuno mi costringesse a impararlo.”

Dove sono i difensori del campadano e della diversità linguistica in Sardegna, adesso che grazie anche ai corrainelli, più o meno pentiti, a minacciare la diversità linguistica c’è rimasto solo l’italiano?

Dove sono adesso che l’Assessore al nulla, ma soprattutto il Presidente del nulla, accettano senza alcuna reazione che “L’opzione per la lingua sarda nei modelli scolastici di pre-iscrizione è sparita.” ?(http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=26315)

Scrivo ” accettano”, perchè non potrei fornire le prove di un sostegno attivo.

Dove sono questi coraggiosi difensori del campadano, oggi che alle famiglie sarde–tutte le famiglie sarde–viene tolto il diritto di scegliere di far studiare il sardo ai propri figli?

Dove sono sempre stati quando c’era da difendere il sardo dall’imperialismo linguistico italiano: a farsi i cazzi loro.

Completamente indifferenti all’estinzione del sardo, compreso quello meridionale, ma compresi anche il gallurese, il tatarese e il tabarchino.

Completamente indifferenti al fatto che a distruggere la diversità linguistica in Sardegna sia il monolinguismo isterico con cui gli italiani hanno infettato i sardignoli.

Monolinguismo in italianu proceddinu.

Questo non li disturba.

Solo la possibilità di arrivare a un sardo standard–anche solo nello scritto–li fa imbestialire.

Ogni tanto li vedi dare qualche segno di attività cerebrale su Facebook, ma solo per attaccare qualsiasi idea di standardizzazione.

Intelligenti come il cane di Pavlov e con lo stesso spessore morale.

Arrogus de merda: fatus a linguistas, mesulinguistas, linguisteddu, lingi-culus e cuacuaracuà.

 

February 16, 2016

La lingua della fame? L’italiano

pigliaru

Centoventimila sardi alla fame:   http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2016/02/16/news/centoventomila-sardi-vivono-in-poverta-assoluta-1.12967400

Ma come è possibile?

Saranno tutti monolingui in sardo?

Molto più probabile che siano monolingui in italiano.

Rileggetevi il mio articolo di 10 anni fa: https://bolognesu.wordpress.com/cosas-de-limba/sa-limba-de-su-famine-s%E2%80%99italianu/

Che soddisfazione poter dire “Tengu famini” nella dolced lingua di Dante e Petrarca.

February 15, 2016

La sardofobia della giunta degli oreris colpisce ancora

Claudia-Firino-84

Scommettiamo che adesso diranno che non è colpa loro?

Del resto è, in un certo modo, vero: la sardofobia è una sindrome che si contrae da bambini.

Quando ti rendi conto che i tuoi genitori, sardofoni, con te parlano una lingua che non padroneggiano.

Allora, tu, bambino, pensi: “Deve essere davvero una vergogna, conoscere il sardo!”

Tre quarti dei problemi della Sardegna viene dalla sardofobia delle classi dirigenti sardignole.

Odiano se stessi e la Sardegna.

E questa giunta è la più sardofoba mai vista.

Adesso diranno che non è colpa loro se “L’opzione per la lingua sarda nei modelli scolastici di pre-iscrizione è sparita.” (http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=26315)

La colpa è sempre figlia illegittima.

Ma nessuno potrà negare che questa giunta abbia–usiamo pure un eufemismo–trascurato la questione della lingua.La penultima perla è il mancato rinnovo del contratto con l’università di Edinburgo per il progetto sul bilinguismo.

“Il bilinguismo? Fa bene al cevello!” titolava l’Unione.

Appunto: vogliono evitare di perdere altri voti.

I soldi per l’insegnamento del sardo dirottati da altre voci, ma sempre dai finanziamenti per il sardo.

E adesso il regalino finale: se le famiglie non posso innoltrare la domanda, non si spenderanno neanche quelli.

Il sardo deve morire, per questi italiani che non hanno imparato il sardo “perché non me l’hanno insegnato”.

E dire che sono gente studiata.

Come sardi sono morti e vogliono trascinarci tutti con se.

Allora, mi chiedo se l’Assessore al Nulla abbia una spiegazione per la sparizione dell’opzione per il sardo nei moduli scolastici.

Una spiegazione che non sia la pilatesca risposta: “Non spettava a me a me inserirla!”

February 9, 2016

La Sardegna è morta, ma neanche l’Italia sta molto bene

deximu

Gli italiani scoprono che i rapporti tra lingue sono regolati da rapporti di forza economici, militari, politici: http://www.lavocedinewyork.com/arts/lingua-italiana/2015/06/22/claudio-marazzini-salviamo-la-lingua-italiana-assediata-dallamericanismo/

Insomma, scoprono il classico: “Una lingua è un dialetto con un esercito e una flotta.”

Coglioni come sono e con l’identità gelatinosa che si ritrovano, non passerà molto tempo prima che sparisca anche l’italiano.

Poco male: è la lingua di uno stato tra i meno civili al mondo.

E la crusca si da ai polli.

Che vi piaccia o no, che lo conosciate o no, l’inglese è il latino di oggi–e per gli stessi motivi–e tutti i parvenus–come Renzo Tramaglino–lo usano più o meno a sproposito.

Così come i sardignoli hanno fatto con l’italiano, gli italiani–non occorre alcun altro dispregiativo–stanno facendo con l’inglese.

La prima fase dell’estinzione della lingua di Manzoni è cominciata.

L’italiano, dopo aver vissuto per pochi decenni fuori dall’incubatrice e dal reparto di rianimazione, comincia di nuovo a sparire.

Tornerà a essere la lingua letteraria, libresca, che è sempre stato.

Con l’italiano non spariranno gli italiani, visto che quelli non sono mai esistiti.

Con l’italiano sparirà l’Italia.

Speriamo bene.

Ma forse per la Sardegna non ci sarà più niente da fare: resterà in mano ai sardignoli.

Saranno sicuramente tra i primi a proclamare che conoscere l’italiano non serve a niente: “BISOGNA STUDIARE IL CINESE!”

 

February 8, 2016

Mannò! Mavvà! Insieme al sardo muore anche la Sardegna? Ma non è possibile!

Sindaco_ganau

Adesso ve lo dicono anche le ACLI: fra 60 anni i sardi saranno dimezzati.

Stime ottimistiche rispetto alle mie: https://bolognesu.wordpress.com/2015/11/24/il-nostro-futuro/

Ma come?

I benaltristi vi avevano promesso la felicità, se solo aveste rinunciato al sardo.

Invece ve l’hanno–e da sempre–messa in culo.

Fra 60 anni, in Sardegna, ci saranno solo i figli di questi figli di bagassa.

I vostri, o non saranno mai nati o saranno fuggiti.

O saranno morti di fame con il loro monolinguismo in italiano.

L’On. Ganau dovrà darsi molto da fare per trovare immigrati disposti a lavorare per i suoi discendenti: https://bolognesu.wordpress.com/2015/10/29/il-realismo-di-ganau/

February 5, 2016

Sardus a stracu baratu: sardi venales

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Massì, scomodiamo anche noi Cicerone, l’homo novus (in sardu: priógu arrisuscitau), il parvenu pieno di disprezzo per quelli che–finalmente!–occupavano una posizione sociale inferiore alla sua (originaria).

Sardi venales, sardus a stracu baratu.

Come nasce l’espressione latina a cui Cicerone fa riferimento?

A Roma, c’era un’inflazione di schiavi sardi .

No, non nel 2016, già prima di Cristo, eh!

Ma quegli schiavi “non sorridevano volenterosi ai loro padroni romani e nessuno li voleva: per quello li vendevano a stracu baratu.”

Così almeno mi ha raccontato Marcellu, che ha studiato lettere classiche, è stato perfino un archelogo promettente, forse troppo. perché poi i baroni l’hanno coddato e adesso lavora per la giustizia italiana.

Oggi la situazione sarebbe differente: gli schiavi sardi sorridono a Roma, esponendo tutta la batteria di denti lunghi e affilati.

Ma sono sempre venales, perché c’è troppa concorrenza tra schiavi.

Tuttora non costano un cazzo: te li porti a casa con una poltrona qualsiasi.

E così succede che la Führerin vuole ritirare i suoi aerei dalla Sardegna.

Data la concretezza dei tedeschi, posso capire: si può bombardare più concretamente vecchi, donne e bambini altrove che non in Sardegna: ormai c’è solo l’imbarazzo della scelta.

E c’è una reputazione da tenere alta.

Noi sardi dovremmo reagire a tipo: eja, fai s’andada de su fumu e immoi bombarda-ti su cunnu de mamma tua.

Mai dd’essit fatu!

Issa, eh!

I sindighi di a giro di Deximu Mannu si sono impennati come ragazzini sul motorino!

Si sono messi la fascia tricolore a tracolla–a tipo scupeta–e HANNO PROTESTATO!: http://www.sardiniapost.it/politica/decimomannu-lassemblea-dei-sindaci-la-base-non-si-tocca/

“La base non si tocca!”

Cunnu de mamma tua!

Ci sono in gioco non si capisce un cazzo di quanti posti di lavoro: ““L’eventuale chiusura della base metterà a rischio tutto il tessuto sociale del territorio e in difficoltà almeno cento famiglie per complessivi 2.000 lavoratori – ha tuonato il sindaco di Decimo Anna Paola Marongiu”.

Boh, deu non nci cumprendu una minca: cento famiglie e 2000 posti di lavoro?

Famiglie di 20 persone: ma sempri coddendi funt?

E lavorano tutti nella base dei crucchi?

Anche i neonati?

Ma chi funt sempri coddendi, su tempus po andai a trabballai aundi dd’agatant?

Boh?

A quello che ho capito, si tratta soprattutto di posti di lavoro–per i sardi venales–come addetti alle pulizie.

Il destino ha voluto che quel lavoro l’abbia fatto anche io, per pagarmi gli studi.

Vi posso tranquillamente giurare che chi fa quel lavoro–pulire la sporcizia altrui–cambierebbe immediatamente occupazione, se solo gli offrissero un’altra possibilità.

Dico, questi sindaci tricolorati, l’hanno mai ripulito un cesso dalla merda altrui?

Perché, invece, non si sono messi a cercare altre soluzioni per i loro concittadini?

Dico, Decimo Mannu, in una delle zone in assoluto più fertili della Sardegna.

E un aereoporto da riconvertire al traffico civile, anziché a quello incivile degli bombardatori di vecchi, donne e bambini.

E della Sardegna.

Ma–a pensar male si commette peccato–i tedeschi pagano lo stato italiano per bombardare la Sardegna.

Pagano molti euri: molti di più di quelli che guadagnano i sardi venales con le loro pulizie.

E questi sindighi con la fascia tricolore a tipo scupeta, per chi lavorano?

A pensar male, si commette peccato…

Ma neanche questa volta poteva mancare la reazione dell’impiegato statale di Viale Trento: ““L’interlocuzione con il Governo nazionale sulla presenza militare in Sardegna è aperta e intensa – ha aggiunto Pigliaru – Come Giunta ci siamo impegnati a perseguire il riequilibrio e il ridimensionamento della presenza militare in Sardegna, così come a lavorare per la riconversione dei poligoni nel segno della ricerca e dell’innovazione. La situazione di Decimo sottolinea la nostra posizione. Le Basi diventino occasione per catalizzare investimenti in ricerca, innovazione e tecnologie che, nate in ambito militare, possono essere sviluppate in senso duale, così da essere utili all’intera società.” (red)” (http://notizie.admaioramedia.it/decimomannu-pigliaru-disponibilita-a-valutare-richieste-per-il-mantenimento-della-presenza-tedesca-nella-base/)

Questa volta la solidarietà è pubblica e quindi non poteva essere comprensibile.

Pigliaru si nci est ammollau in un fritto misto di parole che non significa assolutamente nulla.

Deve essersi fatto scrivere la risposta dall’Assessore al Nulla, Claudia Firino.

Oppure ha cercato un compromesso con Paolo Maninchedda.

Come sempre, in entrambi i casi, non si capisce un c…ipolla.

 

 

 

February 4, 2016

Dolci governanti taciturni, ma solo in pubblico

pigliaru“Solidarietà. Fuori dal palazzo di giustizia si è innescata una reazione a catena, a tratti scomposta, ma a Saieva non è mancata la solidarietà. «Tutti i vertici istituzionali regionali – spiega – mi hanno raggiunto con testimonianze di solidarietà. Non parlo di politici, coi quali non ho rapporti». (a.s.)”  

(http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2016/02/04/news/frase-sulla-mentalita-barbaricina-la-replica-di-saieva-1.12896867)

È proprio vero: su sardu non est male-pagadu, est tontu!

Noi chiedendoci cosa aspettassero i vertici istituzionali regionali a reagire contro–diciamo così–quella “voce dal sen fuggita””–ma lui continua a dire che siamo noi che abbiamo frainteso delle parole scritte, meditate, mediate e chiarissime–e invece, come ci rivela il Dott. Saieva nell’intervista, il loro riserbo–dei nostri goverrnanti dolci e taciturni–era riservato soltanto al pubblico sardo.

In privato parlavano eccome, i vertici istituzionali regionali!

Almeno se dobbiamo credere al Dott. Saieva, ma perché non dovremmo?

A pensar male si commette peccato, ma rimane la domanda: se i nostri vertici istituzionali regionali ritengono che il Dott. Saieva sia stato ingiustamente vittima di critiche immeritate, perché non gli hanno dimostrato la loro solidarietà in pubblico, ufficialmente, apertamente, lealmente, spiegando a noi critici, come buoni padri di famiglia, dove abbiamo sbagliato?

Perché, dolci vertici regionali e taciturni?

A pensar male si commette peccato, ma …

February 3, 2016

I coglioni sono i sardi che non sanno leggere le parole non scritte

pigliaru

“E’ agevole la considerazione che nella esecuzione di questi delitti si sia principalmente trasfuso l’istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina) che stava alla base dei sequestri di persona a scopo di estorsione, crimine che sembrerebbe ormai scomparso”.

Sull’Ugnone è apparsa la nota dell’autore, quella che leva ogni dubbio sulla corretta interpretazione del testo promanato dal Dott. Roberto Saieva: «Era evidente il riferimento non alla mentalità dei cittadini, ma alle condotte e alle dinamiche della criminalità barbaricina».

Era evidente, eh!

Tonti noi che non sappiamo leggere ciò che è evidente, benché non sia scritto: http://www.procuragenerale.cagliari.it/%5Cnews.aspx?id=10825

Si noti anche come l’intervistatore incalzi il Procuratore Generale nell’intervista dell’Ugnone.

Spietati questi giornalisti dell’Ugnone.

Almeno quanto il nostro amato Presidente Pigliaru.