Tra il dire e il fare

È di qualche giorno fa la notizia che la stragrande maggioranza dei Sardi sarebbe favorevole all’indipendenza (40%) o alla sovranità (48%) della nostra terra: Il 40% dei sardi è per l’indipendenza; il resto per la sovranità. http://gianfrancopintore.blogspot.it/

Come ha rilevato ZF Pintore, si nota una buona corrispondenza tra questi dati e quelli della ricerca sociolinguistica coordinata dalla Professoressa Emerita Oppo.

Ma c’è anche un’altra corrispondenza che ZF non ha colto: in entrambi i casi le opinioni espresse dagli intervistati non corrispondono al loro comportamento effettivo.

I Sardi vogliono la rivitalizzazione della loro lingua, ma non la usano al di fuori della cerchia dei familiari e degli amici.

E i Sardi si guardano bene anche dal votare in massa i partiti indipendentisti o sovranisti.

Se sa un lato si può capire bene l’esitazione a votare per uno della dozzina di partitini e partitelli in cui si suddivide lo schieramento “sardista”, dall’altro rimane incomprensibile l’assegnare il proprio voto a partiti telecomandati da Roma, partiti che non fanno praticamente nulla per la lingua e che si guardano bene dal mettere in discussione il rapporto di dipendenza della Sardgna con l’Italia.

Anzi, alle ultime elezioni regionali a vincere è stato proprio un ectoplasma emanato personalmente dall’allora Presidente del Consiglio italiano.

I Sardi hanno eletto un Presidente Inesistente, propaggine virtuale del Cavaliere Arrapato.

Senza moralismi: il divario tra i risultati dell’inchiesta delle università di Edinburgo e Cagliari e il comportamento elettorale dei Sardi può solo significare che in Sardegna–come nel resto dell’Italia politica–si pratica il voto di scambio.

I Sardi non votano secondo le proprie opinioni politiche, ma seguendo i propri presunti interessi strettamente personali.

Oltretutto dimostrano anche di essere dei grandi coglioni perché la situazione socio-economica in Sardegna non fa altro che peggiorare, cosa che non può aver portato più di alcuni procacciatori di voti a trarre dei vantaggi personali dai risultati elettorali.

Il Sulcis aveva votato in massa per Cappellacci:Eurallumina…DOPO LE PROMESSE.

Su sardu non est mali pagau, est tontu!

A questo punto non rimane altro da fare che rivolgere un appello ai partitini e partitelli variamente sardisti: formate un fronte nazionalitario e unitario e mettetevi a lavorare per raccogliere l’enorme consenso che potenzialmente vi attende. Oltretutto, il vostro successo elettorale metterebbe sotto pressione anche le filiali sarde dei partiti italiani e li costringerebbe a condurre delle politiche più rispettose dei nostri diritti.

Come? Se sto scherzando?

Appunto: stavo scherzando.

Figuriamoci!

Da qui alle prossime elezioni regionali i partitini e partitelli indipendentisti e variamente sardisti saranno probabilmente raddoppiati.

Già oggi sono arrivati alla strabiliante numero di 12 partiti che si suddividono il 12% dei voti.

Una garanzia assoluta dell’inutilità del voto assegnato a uno di questi partiti.

Forse non sono soltanto gli elettori a essere tonti in Sardegna .

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