“Sardu in campu”, ovvero: il fallimento della LSC come “standard”

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Cagliari si fa capofila di un progetto, modesto, ma importante: “L’obiettivo è quello di portare il sardo nella quotidianità delle persone come lingua d’uso normale, e promuovere il bilinguismo a livello intercomunale.”  http://www.castedduonline.it/cagliari/centro-storico/14859/sardu-in-campu-cagliari-diventa-capofila-in-nome-del-bilinguismo.html

Cagliari è capofila di un consorzio di comuni che comprende anche Monserrato, Quartucciu, Sestu, Selargius, Sinnai, e Villasimius.

Insomma, un progetto, che data la modesta entità dei finanziamenti richiesti (un totale di poco più di 100.000 euro)  potrà dare lavoro a circa tre operatori linguistici, ma che costituisce un’importante apertura della capitale dei Sardi verso il bilinguismo.

Il progetto comprende anche un corso diviso in due parti: “Il corso si strutturerà in due parti. La prima dal titolo “La lingua sarda” si articolerà in 5 moduli: Fonetica, Sintassi, Semantica, Grafia e Ortografia, Variazione. La seconda parte dal titolo “Deu? Chistionu!” sarà dedicata interamente alla comunicazione e quindi all’uso del linguaggio nella pratica quotidiana.”

Il comunicato non ci dice quale sarà la grafia che verrà insegnata, ma il titolo della seconda parte (“Deu? Chistionu”) è chiaro in questo senso.

La scelta dei comuni interessati è comprensibile: ce la vedete la LSC in bocca ai Cagliaritani?

Siamo seri!

Diversa sarebbe stata la situazione se, nel mentre, si fosse emendata la LSC per permettere esplicitamente di pronunciarla in modi diversi, quindi anche nei dialetti meridionali, e se in tutti questi anni non si fosse tenuta nascosta la mia proposta di emendamenti in quella direzione.

I pochi corsi che ho potuto tenere, corsi di “dealfabetizzazione e rialfabetizzazione”, mirati a liberare i parlanti del sardo dalle pastoie delle convenzioni ortografiche italiane, quelle che impediscono di pronunciare il sardo in modi diversi, sono stati ignorati dal Servizio Lingua Sarda della Regione Autonoma della Sardegna. Ovviamente, i corsi non sono stati finanziati dalla RAS.

Il suo direttore ha preferito affidarsi al Grande Timoniere della Limba, Diego Corraine, con la sua visione ottocentesca e verticistica della questione, e questi oggi sono i risultati: la maggior parte dei Sardi non accetta la LSC come standard.

Oggi Pepe Corongiu dice: “Dobbiamo ascoltare ogni domanda di ampliamento e di democratizzazione dello standard” ha affermato facendo chiaramente riferimento alle richieste avanzate dal Comitato Bilingusimu Democràticu. […] il problema è anche tecnico. Servono linguisti in grado di dare risposte, e io non lo sono. Servono competenze per sciogliere i dubbi. “

Ecco come scaricare il correttore ortografico sardo! E tra le fazioni in lotta spira una nuova aria di paghe (ma anche di pache, pahe, paxe, paxi…)

 

Ma va?

Ma no?

E dove pensa di trovarle le competenze?

Ha forse scoperto, finalmente, che il suo Comandante in Capo, non è un linguista? E che non basta imporlo, lo standard, in una situazione di bilinguismo verticale, in cui la lingua dominante (l’italiano) occupa ormai tutti gli spazi della comunicazione?

Ha forse capito, che lo standard va condiviso, amato, e che non si può imporre dall’alto e con il ricatto economico?

Per tutti questi anni, Corongiu è stato il fedele esecutore delle sublimi strategie linguistiche giacobine, ideate nel 1800 dagli Italiani e riprese supinamente dal Grande Timoniere Corraine.

A proposito: dove sono i libri di Corraine?

Dove sono gli studi linguistici di Corraine?

Perché Corongiu non parla degli studi e delle proposte che già esistono?

Siamo alle comiche finali.

Corongiu invoca interventi che sono già stati effettuati e che lui ha scelto di ignorare.

Può solo sperare di convincere chi, sotto ricatto, è costretto a credergli.

Il progetto di cui il comune di Cagliari è il capofila costituisce la sanzione della divisione del sardo in due: la LSC  e il cosiddetto “campidanese”.

Il fallimento dell’interpretazione verticistica e ignorante della LSC non potrebbe essere più chiaro.

E la soddisfazione di dire “ve l’avevo detto” è davvero una magra consolazione.

3 Comments to ““Sardu in campu”, ovvero: il fallimento della LSC come “standard””

  1. Sa Limba no la faghent sos linguistas,mancu sos glotòlogos.
    Sa Limba est s’espressada de su pòpulu aunidu, chi cheret colare a àtere sas ideas. Si su pòpulu est a cantos , fintzas sa Limba est a cantos. Si inoghe non torramus a èssere unu pòpulu podimus fàghere bellu che nudda pro sa Limba.

  2. Qualcuno dica a Bolognesu:

    1) Corongiu non è più il direttore dell’ufficio, può sospendere il bombardamento

    2) quella del comune di Cagliari è solo una richiesta di finanxiamenti. Se approvata, se finanziata, se se se se…entra a regime tra quattro anni con un altro sindaco

    3) chi segue queste politiche a Cagliari è un consigliere comunale molto vicino a Corongiu

    4) la Lsc è sempre più in salute e accettata dalla classe dirigente

    5) Questo blog è ormai inattendibile e lontano dalla realtà

    6) Corongiu mi sta sulle….ma forse lo rimpiangeremo

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