Mi unisco anche io al coro anti-Fois!

‘ta bellixeddu chi seu, mancai beciu! (sa beridadi est ca sa foto mi dd’at tirada sa femina)

La mia antipatia per il noto scrittore sardignolo Marcellino Fois è di vecchia data.

Eravamo entrambi nello stand della RAS alla fiera di Francoforte–ormai saranno passati dieci anni–e qualcuno ci ha presentato.

Io mi sono rivolto a lui in sardo, come faccio sempre sempre quando trovo un Sardo–almeno fuori dalla nostra terra–e lui mi ha porto la sua manina flaccida, ha arricciato le labbra in una specie di sorriso (“E aveva un solco lungo il viso…”), ha voltato le spalle e se ne andato.

Ho guardato la persona che ci aveva presentato.

–Sai è famoso…Lavora anche per la RAI…

–Bellu calloni!

Poi c’è stata tutta la polemica con gli scrittori sardignoli sulla “letteratura sarda” e Marcellino si nci fiat ammollau, paragonandomi a un’impotente che racconta delle sue scopate fasulle agli amici del bar. Per via del mio cognome io non avrei avuto tutti i geni a posto per dare lezioni di sardità a chi ci ha tutto il genoma nuragico, peloso e banditesco.

Ecco perché non volevo intervenire sul suo pamphlet “grillesco”, pubblicato su Sardegna Democratica ( “Vergognatevi e tornatevene a casa”).

Del resto ci aveva già pensato Vito Biolchini a strattallarlo (“Vergognatevi e tornatevene a casa”: la demagogia d’autore di Marcello Fois (a dimostrazione che gli intellettuali sono parte del problema Sardegna)) e adesso ci si è messo anche ZF Pintore (Guardiamoci dai “giornalisti responsabili”. Ma anche dai mistificatori).

Insomma, avevo deciso di non commentare.

Ma poi sono andato a rileggermi la sua invettiva e a guardarmi i commenti e ci ho trovato questo di Marcellino:

“È tempo per me di fare qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo posto, che voi avete disonorato disprezzandone tutte le virtù e profanato con la pratica di ogni vizio; siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie; come Giuda, tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli. Avete conservato almeno una virtù? C’è almeno un vizio che non avete preso? Il mio cavallo crede più di voi; l’oro è il vostro Dio; chi fra voi non baratterebbe la propria coscienza in cambio di soldi? È rimasto qualcuno a cui almeno interessa il bene del Commonwealth? Voi, sporche prostitute, non avete forse sporcato questo sacro luogo, trasformato il tempio del Signore in una tana di lupi con i vostri principi immorali e atti malvagi? Siete diventati intollerabilmente odiosi per l’intera nazione; il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie, siete voi ora l’ingiustizia! Ora basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave. In nome di Dio, andatevene!”. Oliver Cromwell, 20 aprile 1653″

Essu buginu!

Ge non ses nudda!

Nd’at bogau de a suta de terra a Cromwell, cussu chi nd’at fatu segai sa conca a su rei Carolu I.

Lampu! Cromwell su puritanu, su Savonarola britannicu!

Insomma: at fatu a collada de Paulesu.

De is duas una: o dd’est fendi dannu sa basca de custa dis–biaus, innoi est ancora proi-proi!–o bolit intrai in politica, “cavalcando la tigre dell’indignazione popolare”.

Sceti cussu s’ammancat!

Marcellino in s’articulu suu scriit: “Siete al vertice della regione più povera, meno abitata, più vessata della nazione.”

“La nazione” at essi s’Italia.

E Marcellino non at ancora cumprendiu ca propriu po cussu sa Sardinnia est sa ” regione più povera, meno abitata, più vessata della nazione.”

O Marcello, da chi è vessata la Sardegna se non dalla tua amata Italia che ti permette di vivere scrivendo cazzate?

Ma ti potzu tocai?

3 Comments to “Mi unisco anche io al coro anti-Fois!”

  1. Ess a malu chi ses Robè…bella gai…mi piaghet! 🙂

  2. Dd’amittu, su chi mi praxit est ca no castiada in cara a nemmus. No abarrat “pinnicca e trobedda”, su de nai ddu narat cun limba che frulana, segat petza e ossu. No ci ddu strumpat nemmus.

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