La Corte di Cassazione ha dato ragione a Doddore: aveva diritto a usare il sardo.
Quanti sardi fanno uso di questo diritto?
Che io sappia, in tutti questi anni Doddore Meloni è stato il secondo a farne richiesta.
A 17 anni dalla legge regionale 26/97 e a 15 da quella 482/99, dello stato, i sardi non hanno ancora superato il trauma della dialettizzazione della loro lingua.
La stragrande maggioranza dei sardi ha accettato che la loro lingua venisse relegata in un ghetto sempre più ristretto: quello della famiglia e della cerchia di amici, ma ormai neanche in famiglia si usa quasi più.
Quasi nessuno insegna il sardo ai figli.
Al di fuori di un giro ristretto di professionisti della lingua, praticamente nessuno usa il sardo in pubblico
Ma le cose stanno molto peggio di così.
Provate a rivolgervi in sardo a uno sconosciuto, per strada o in un negozio e vedete quello che succede.
Vedrete immediatamente il disagio della persona apostrofata, il suo sforzo di capire il perché della vostra iniziativa bizzarra (“NON CONOSCE L’ITALIANO?”. “CREDE CHE IO SIA COSÌ IGNORANTE DA NON CONOSCERE L’ITALIANO?”), annuirà esageratamente alle vostre parole e poi vi risponderà poi in un italiano ostentato.
Almeno a me questo succede regolarmente.
Qualcuno ha deciso che usare il sardo con gli sconosciuti è da maleducati.
Usarlo con una donna, poi, è poco meno volgare che darle una pacca sul culo.
Poco importa chi abbia deciso di sanzionare questa patologia mentale come inviolabile regola pragmatica, sociale.
Quello che conta è che praticamente nessuno si ribella e la pazzia introdotta dalla merdosissima borghesia coloniale sarda continua a imperversare.
Eppure basterebbe poco.
Basterebbero che almeno quelle centinaia di persone che leggono i miei articoli si rifiutassero di obbedire alla pazzia altrui.
Basterebbe che alcune centinaia di persone si rivolgessero in sardo a tutti.
Nel giro di pochi mesi, in Sardegna, tutti saprebbero che esistono dei maleducati che ti si rivolgono in sardo per strada, nei negozi.
Ancora qualche mese e nessuno ci farebbe più caso.
Ancora un po’ e sarebbe normale che qualcuno ti parli in sardo, anche se non ti conosce.
Far tornare il sardo a essere una lingua normale non costerebbe niente, se non un po’ di imbarazzo, all’inizio.
Queste cose le dico da anni, ma ancora non ho visto risultati.
Si, ma allora poi non prendetevela con gli altri, se il sardo si estingue e si riduce a un ammasso di ruderi da venerare con nostalgia, da studiare come una lingua morta, come–appunto–avviene già adesso nelle università italiane di Sardegna.