Ritardo scolastico e lingua

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Guardatevi questa tabella.

Riporta i dati del ritardo scolastico nella provincia di Cagliari per l’anno scolastico 2008/09:

http://sardiniaopendata.files.wordpress.com/2013/06/selezione_009.png?w=1200
http://sardiniaopendata.files.wordpress.com/2013/06/selezione_009.png?w=1200

Poco più della metà dei maschi è in regola.
Le femmine, ma pare che questa differenza sia universale, li superano del 10%.
Anche la percentuale di studentesse in ritardo è comunque altissima, se la si confronta con la percentuale di ritardatari olandesi: il 22%.
E l’Olanda non è che se la passi neanche così bene: la percentuale media di ritardatari nei 34 paesi OESO è del 14,3. (Nederland scoort slecht met zittenblijvers | nu.nl/binnenland | Het )
Il titolo del link è: “L’Olanda raggiunge pessimi risultati con i ripetenti”.
In Olanda si preoccupano per il 22% di ripetenti.
In provincia di Cagliari erano il 41%, ma stando ai dati sull’aumento della dispersione scolastica, sono probabilmente peggiorati.
Ora è chiaro che le ripetenze dipendono molto anche dalla particolare cultura in materia di ogni singolo paese: in Olanda, ripetere l’anno viene ritenuto utile in molti casi.
Per cui, i dati della provincia di Cagliari vanno confrontati con quelli di altre zone dello stato italiano.
In Internet questi dati non si trovano, almeno se riferiti a tempi recenti.
Ho trovato soltanto questo documento, che riguarda il 2011: Ripetenza in Italia e fuori – rilevazioni INVALSI – T. Pedrizzi

Scuola secondaria di 2° grado (2° anno) Anche qui, per quanto riguarda le percentuali di posticipatari [ripetenti] presenti nel campione, viene rilevata una loro maggiore presenza nelle regioni settentrionali ed una diminuzione costante nel passaggio dal Centro a Sud. In Val d’Aosta sono il 31% e nelle scuole italiane della Provincia di Bolzano il 38%. Scendendo al Sud, la tendenza alla diminuzione è la stessa della scuola media, fino ad arrivare al 13% della Calabria. Unica eccezione la Sardegna che arriva al 30%. Le cause ipotizzate sono sempre le stesse.”
Val d’Aosta: 31%
Sud Tirolo (scuole italiane): 38%
Sardegna (chissà perchè associata al meridione, ma in controtendenza): 30%
Mavá? Ohibò, ma sono tre regioni che ospitano minoranze linguistiche!
In Sud Tirolo, ovviamente, la minoranza è costituita dagli Italiani.
Ma che strana coincidenza!
Ma non è che il ritardo scolastico abbia qualcosa a che fare con la situazione linguistica della regione?
Questo naturalmente lo studio non ce lo dice.
Figuriamoci!
Ma vediamo le conclusioni dell’INVALSI:
Conclusioni (ma attenzione, si tratta di un campione!):

  1. la scuola primaria non boccia, mentre in prima secondaria 1° grado la media nazionale è dell’ 8,5%, in terza dell’ 11% ed infine in seconda superiore del 21.9%.
  2. le bocciature diminuiscono andando dal Nord al Sud. Ai due estremi: Valle D’Aosta e Provincia di Bolzano da una parte e Calabria dall’altra.
  3. i bocciati non migliorano gli apprendimenti, ma dimostrano costantemente in tutti i livelli percentuali di apprendimento inferiori

Prescindendo in questa sede dal problema Nord-Sud, anche dai dati della valutazione esterna nazionale risulta che costantemente il livello degli allievi che hanno ripetuto è inferiore a quello dei regolari, il che significa che la bocciatura non funziona per innalzare gli apprendimenti.”

Ancora una volta non ci dicono niente sul rapporto tra situazione linguistica e rendimento scolastico.

Ormai per me è chiaro che questo uno dei più potenti tabù italiani.

Sono anni che cerco nella rete qualcosa sull’argomento.

Accontentiamoci di sapere che i ragazzi sardi vengono bocciati quanto quelli della Val d’Aosta e di pensare che questo dipende dal fatto che i Sardi sono più stupidi della media degli Italiani.

Molti Sardi questo lo pensano davvero e, per quanto riguarda loro stessi, hanno anche ragione.

7 Responses to “Ritardo scolastico e lingua”

  1. Mi domando si sos mastros/professores si la ponent issos sa pregunta chi ses nende, si no apant in conca semper cuddu credo: no ischis faeddare/iscrìere in italianu! e tando ses tontu. Sardinniolu e tontu. bociadu!

  2. Sono dati che nessuno interpreta, ma che a me paiono chiari, come ho anche scritto nell’Introduzione al libro di Giuseppe Corongiu. Chiari nel senso giustamente sottolineato da Roberto.

  3. Sebbene siano passati circa cinquecento anni la situazione linguistica della Sardegna settentrionale – tenendo conto del fatto che da oltre due secoli l’italiano ha sostituito entrambe le lingue iberiche – non sembra essere mutata di molto rispetto a quella che veniva descritta dai Gesuiti di Sassari nel 1561: “es una confusión en esta tierra acerca de las lenguas” ‘c’è confusione in questa terra in fatto di lingue’. Gli elementi di novità sembrano rappresentati da una nuova consapevolezza delle comunità sardo-corse che, nella solida integrazione con la comunità regionale, ambiscono a preservare le proprie parlate dalla decadenza che minaccia tutte le lingue minori. L’evidente coesione sociale raggiunta dalle due componenti sarda e corsa, grazie anche al plurisecolare processo di osmosi culturale e linguistica, rappresenta uno dei migliori esempi di convivenza civile.

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